Yungblud e Machine Gun Kelly: lunga vita al Rock!

Yungblud e Machine Gun Kelly: lunga vita al Rock!
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Il rock è un genere un po’ strano, perchè l’ha fatta da padrone il secolo scorso, poi ha subito un declino ed ora sta ritornando di brutto, soprattutto grazie a Yungblud e Machine Gun Kelly che lo stanno ringiovanendo!

Machine Gun Kelly, venerdì, mi ha dato pure un assist incredibile (pubblicando il nuovo disco) per parlare del rock, ma a quello ci arriveremo tra un po’…

Ecco quindi “lunga vita al Rock!”, il ritorno aggressivissimo di un genere mai vecchio!

La storia del Rock

Il rock ha dominato lo scorso secolo, ma gradualmente è stato messo in disparte con la nascita di nuovi generi come il pop o il rap (abbiamo parlato delle origini del rap in questo articolo).

Un hippy in Piazza di Spagna

Nei primi anni ’60, fino alla fine del XX secolo, band rock assurde hanno scritto la storia, musicalmente e culturalmente. Basta pensare alla controcultura Hippie, cresciuta a cannabis e rock psichedelico, oppure alla più recente cultura punk, post punk e punk rock.

Gli esperti etichettano i primi anni del 2000 come gli anni del declino del rock. E non hanno tutti i torti…

Il declino del XXI Secolo

Con l’arrivo della musica più “digitale”, il rap, la trap, la vaporwave ed altri generi, il rock ha iniziato un lento declino, non tanto perchè non fosse più ascoltato, ma perchè si è evoluto in diversi sottogeneri e sono nati artisti di generi diversi.

Ed è così. Perchè band come Eagles, Queen, Beatles eccetera, non hanno perso fan, però sono come “passate di moda”, non piacciono più ai giovani, c’è qualcosa di diverso da ascoltare.

Eppure il rock non è morto, anzi, ci sono diversi artisti che lo hanno davvero tenuto in vita e fatto rinascere!

I Green Day. Un rock evergreen

È assurdo pensare che i Green Day siano nati nel 1986 e che riempiano ancora gli stadi in tutto il mondo, attirando persone di stati ed età diversissime.

Beh sì, perchè il ragazzino che li ascoltava negli anni ’90, adesso va al concerto con suo figlio. Ed i Green Day, nonostante tutte le critiche, hanno davvero scritto pezzi storici del rock, come Boulevard of broken dreams, giusto per citare una delle più famose.

C’è solo un piccolissimo problema. Nelle playlist, i Green Day sono quell’artista che ti piace ma skippi, perchè c’è roba più “nuova”, o che ti attira di più. IN GENERALE, CHIARIAMOCI!

My Chemical Romance: il rock alternativo

Nati nel 2001 i MCR hanno fatto tantissime vittime, tra le quali ci sono pure io. Hanno condiviso lo stesso pubblico dei Muse (che probabilmente conoscerete per Starlight)

Hanno portato in altissimo il rock alternativo nei primi anni del 2000, facendo parlare tantissimo di loro e scrivendo pezzacci, uno su tutti l’intramontabile Welcome to the black parade

Quale è il problema qui?

Beh, si sono sciolti nel 2013 🙁

A dir la verità sono tornati a suonare insieme nel 2019, ma è davvero la stessa cosa di prima?

Arctic Monkeys: la band impossibile da ignorare

Gli Arctic Monkeys sono una band molto strana. Devo ancora conoscere qualcuno che li conosca così di sfuggita.

Perché?
Perchè o li ami, o li odi, o non li conosci.
Punto.

Gli Arctic Monkeys sono una band che se ti colpisce, ti colpisce in pieno. Lo hanno fatto soprattutto con Do I wanna know, che ha toccato il miliardo di ascolti poco fa.

Il problema principale con questa band è che…

praticamente…

No ok, non ci sono problemi, ascoltateli.
Se proprio vuoi trovare un qualcosa che no va, almeno nel nostro discorso, gli Arctic Monkeys sono più indie rock, che è un genere tipico del nuovo secolo e no è proprio “rock rock”.


Comunuqe, seppur i grandi artisti del genere non sono scomparsi (ricordiamo anche Linkin Park e Cranberries, ambedue orfani delle incredibili voci dei loro frontman) il rock ha subito una bella frenata nel 2000. Almeno finora!

Il ritorno del rock: Yungblud!

Nel 1997 nasce un certo Dominic Richard Harrison. Impareremo a conoscerlo come Yungblud quando nel 2017 sfonderà le classifiche in tutto il mondo.

Yungblud ha ringiovanito e fatto rinascere il rock (in questo caso indie e punk) come nessun altro finora.

Il suo singolo Loner, seppur non sia il più famoso incarna al 100% il suo stile. Un punk rock nuovo, quasi rappato, ma con influenze davvero punk. Coniuga gli anni ’90 con gli anni ’10 (del 2000) alla perfezione.

Ora.

Immaginiamo questo scenario: un ragazzo “punkabbestia” incontra Machine Gun Kelly, un rapper “con i cosiddetti” (ha dissato Eminem, mica pizza e fichi…) e Travis Barker (batterista di una band “”piccolina””, come i Blink). Cosa può venir fuori?

Non so, giudicate voi…

Sì, I think I’m okay è uno dei brani più belli che abbia mai ascoltato, cercando di non considerare anche il valore affettivo che mi lega a questo pezzo.

Ma parliamo un po’ di Machine Gun Kelly ora…

Lo strano caso di Machine Gun Kelly

Colson Baker nasce il 22 aprile 1990 e inizia la sua carriera musicale nel 2006 con un rap fin da subito maturissimo.

La carriera di Machine Gun Kelly decolla dopo il dissing contro Eminem, uno dei migliori rapper del mondo (se non IL MIGLIORE).
(Che poi il povero Colson sia stato demolito è un’altra storia, ma contro Eminem non puoi pretendere…)

Dopo un disco incredibile come Hotel Diablo, in cui sforna pezzi rap incredibili, anche grazie a Yungblud e Travis Barker, inizia la carriera da rockstar!

Ed eccolo, Tickets to my downfall, l’ultimo vero disco rock (punk) della storia finora.

Ci piace?

Ehhh… cioè… chiariamoci.

Il sound generale del disco è ancora un po’ acerbo, nel senso che avendo cambiato completamente genere e suonando lui stesso gli strumenti (tranne la batteria) la strada è ancora lunga.

Ciò non toglie che comunque sia un lavoro degno di nota da parte di Machine Gun Kelly, che ha sorpreso tutti cambiando il proprio genere e riusciendo a scalare le classifiche anche così.

Consigliatissimo il brano più bello forse della sua intera discografia: bloody valentine!


Sarebbe stato molto interessante parlare del rock dello scorso secolo e delle band storiche che lo hanno fatto crescere, ma “C’è tempo e luogo per ogni cosa, ma non ora“.

Grazie mille per la consueta lettura 🙂

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