L’indie, o itpop, è un argomento largamente trattato su questo sito, qualcuno afferma addirittura che sia morto, ma ne abbiamo già parlato qui.
Oggi parleremo dei 5 brani, a mio parere, più tristi di tutto il panorama underground italiano. Va detto che “indie” non è sinonimo di “triste”, ma molto spesso coincidono.
Vorrei solamente fare un piccolo disclaimer: essendo un insieme di brani abbastanza “spenti”, i miei commenti saranno volutamente ironici.
Cercherò di essere ironico non certo perchè la tristezza sia un qualcosa di ironico (ANZI, non va sottovalutata, va capita e risolta) ma perchè ascoltare 5 brani che parlano di solitudine e tristezza è un qualcosa di davvero deprimente.
Ciancio alle bande ed iniziamo!
Gazzelle – Non sei tu
Non una canzone, ma un vero e proprio capolavoro!
Gazzelle, aka Flavio Pardini, ci ha abituati a composizioni dall’alta difficoltà lirica, ma questo brano li batte tutti (Non per niente è il più famoso della discografia del cantante)
Spoiler : potevo prendere 5 brani a caso di Gazzelle e l’articolo di oggi era già scritto, ma non sarò così scontato 🙂
I giorni restano, restano, restano
Gazzelle – Non sei tu
E tu non torni più
E ho preso un sacco di stupidi lividi
Sopra la pelle, sotto la pelle, sotto alle stelle
E la voglia di, voglia di, voglia di
Voglia di andarmene via da qui
Per non vederti più dentro gli occhi blu
Di una sconosciuta che sta al posto tuo
E che non sei tu, che non sei tu
Il brano è un inno malinconico, dedicato ad un amore finito e non superato appieno. Racconta di solitudine, racconta di smarrimento e di nostalgia verso una persona tanto amata, che non torna più.
Il cardine del brano è poi una terza persona, probabilmente un nuovo amore, che però è imparagonabile al precedente.
Flavietto caro, su con la vita, tanto ti amiamo tutti 🙂
M.E.R.L.O.T – Ventitre
Pezzaccio questo…
M.E.R.L.O.T meriterebbe davvero numeri molto più sostanziosi, perchè è davvero uno degli artisti più promettenti nel panorama indie italiano.
Ventitré cerco i tuoi occhi dentro sto Long Island
M.E.R.L.O.T – Ventitre
Dei bei ricordi per berlo più in fretta
Rido ai miei amici solo per protesta
Per non dargliela vinta, ‘sta stronza l’ho sconfitta
Questo è un brano che parla di tristezza nel modo più crudo possibile. Un concentrato di rabbia e malinconia, conciliate insieme grazie a piano e voce.
Vale la pena fare un giro nei commenti di YouTube per capire davvero l’effetto che fa agli ascoltatori
Frah Quintale – Nei treni la notte
Il Frah ci ha abituati benissimo con i testi e le sonorità dei suoi brani, ma sono convinto che questo sia il suo miglior brano (forse al pari di Missili, che però ha un valore affettivo non indifferente per me)
Perché quando alzo gli occhi e guardo in cielo
Frah Quintale – Nei treni la notte
Non vedo più l’arcobaleno
Ma solo il fumo delle fabbriche
Voglio sentirmi più leggero
Il brano è una vera e propria poesia. Esprime appieno la decadenza della nostra società raccontando una storia.
Anche se fosse dedicato a qualcuno, sappiamo di certo anche grazie alle persone plurali nel testo (camminAVAMO nei treni la notte), che parla di qualcuno, molto probabilmente con nostalgia di tempi passati insieme.
Allo stesso tempo però parla anche di una bruttissima situazione, quando la tristezza diventa normalità (Perché quando alzo gli occhi e guardo in cielo, non vedo più l’arcobaleno, ma solo il fumo delle fabbriche) e la voglia di superare tutto.
I cani – Il posto più freddo
Storicamente il brano più triste dell’indie italiano. Effettivamente è molto crudo, nonostante l’ingannevole allegria della melodia e lo dico seppur non abbia mai apprezzato appieno I cani (sì scusatemi, adesso non denunciatemi vi prego sono una brava persona)
Perché adesso la notte è finita e la luce è accesa
I cani – Il posto piu freddo
E mi sveglio in un posto qualunque alle sette di sera
Le gengive, la serotonina, tornare a casa
Nel crepuscolo nero di tram e anziani in chiesa
Perché adesso la notte è finita e la droga è scesa
Ecco a voi la creatura più sola su questo pianeta
Solitudine. Un brano triste, che parla di tristezza e solitudine. Questo è Il posto più freddo, una pallonata in faccia con 5 gradi fuori, un pugno in pancia dopo aver mangiato una peperonata.
Ok, ci ho preso un po’ la mano, ma rimane il fatto che I cani rimarranno davvero immortali anche grazie a questo capolavoro!
Franco126 – Ieri l’altro
Ho fatto scorrere l’intera discografia del Franchino e la scelta era fra questa canzone, Senza di me, Vabbe, Brioschi e Stanza Singola. Ok Franco, probabilmente un featuring con Gazzelle sarebbe una specie di mental breakdown di massa.
Ricordi? Sempre in strada quei giorni
Franco126 – Ieri l’altro
A fare le ore piccole per sentirci grandi
Quando facevamo a gara di sbagli
Chiedevano, “Chi è stato?” e tutti finti sordi
E lo sai che mi sembra ieri l’altro
Mi suona in testa la tua risata
Come fossi nella stanza accanto
Come confermato da Ketama126 e Drone126, il brano è dedicato a Gordo, un loro amico d’infanzia venuto a mancare ancora da ragazzo.
Citato in moltissime canzoni dei 126, Gordo è stato un membro fondatore della crew.
Un paio di aneddoti sul brano:
Doveva uscire il 19 Settembre 2018, ma è uscito il 17, perchè (appunto) era ieri l’altro…
Le chitarre sono suonate da Giorgio Poi (autore, oltretutto, di Vinavil e Missili con Frah Quintale).
Scontata? Forse
Triste? DECISAMENTE!
Spero vi sia piaciuto l’articolo, grazie per la consueta lettura 🙂
Professore di Sistemi Informatici, studente di Ingegneria informatica, polistrumentista, blogger ed addetto stampa classe 2002 di Bergamo. Mi sono avvicinato al mondo della musica nel 2014 prendendo lezioni di pianoforte. Vivo il mondo della musica a 360°, vantando un disco da solista ed un tour con una band.
Ho creato il blog newvibesinmusic.it nel marzo del 2020 e tutt’ora continuo a curarne le pubblicazioni ed i servizi.