2018: l’Evergreen dell’Indie italiano

2018: l’Evergreen dell’Indie italiano
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Una delle caratteristiche più incredibili della musica indie italiana, il cosiddetto itpop, è che a distanza di anni vengono ascoltati ancora gli stessi brani, che rimangono degli evergreen immortali nelle orecchie (e nei cuori) degli ascoltatori.

Questo però non vuol dire che l’indie italiano è “morto”, ma per quello ne abbiamo parlato qui.

Oggi voglio parlare del 2018, l’anno che ha visto l’uscita di numerosi capolavori ascoltatissimi quell’anno, ed ancora in riproduzione tutt’ora.

Punk – Gazzelle

Punk è tutt’ora uno dei dischi più belli del nostro caro Flavietto, ed allo stesso tempo è ancora uno dei dischi più amati del panorama italiano.

Punk - Gazzelle
La copertina di Punk

Punk esordisce con Smpp e Punk, per dare fin da subito un mood malinconico come solo Gazzelle sa fare. Sopra è di gran lunga il più ascoltato del disco, infatti ricordo che è stato il primo brano “indie” che ho ascoltato in radio. Mica male per essere il 2018.

Tutta la vita è tutt’ora idolatrato come un autentico capolavoro, mentre i tre brani successivi (vale a dire Sbatti, Non c’è niente e OMG) sono il vero e proprio biglietto da visita di Gazzelle, che presenta brani tristi e ricchi di malinconia, con una base spesso allegra ed energica.

Scintille e Coprimi le spalle sono delle poesie fatte musica, da dedicare all’amata, ad un amico, oppure alla ex. Una penna maturissima ha fatto nascere questi due pezzi che tutt’ora sono tra i più riprodotti di Gazzelle.

Lungolinea – Frah Quintale

Il Frah ha pubblicato nel 2018 il disco Lungolinea, una specie di versione deluxe di Regardez moi, pubblicato l’anno precedente.

Lungolinea ha avuto senza dubbio un impatto diverso rispetto a Punk, ma ha comunque al suo interno brani intramontabili.

Lungolinea - Frah Quintale
La copertina di Lungolinea

Non posso mettermi a parlare di 24 brani, altrimenti non finiremmo più, però di certo non si possono citare 8 miliardi di persone, Cratere, e la più ascoltata: Missili. Inutile dire che sono tre brani ancora ascoltatissimi che hanno daterminato la fortuna dell’MC (o cantante, o rapper).

Un disco ricchissimo di generi diversi, dal 64 bars, prodotto da un certo Bassi Maestro, alle più impegnate Accattone o Stupefacente. Intervallati dai vari visualizzato ed inviato, i brani si susseguono uno dopo l’altro con la stessa leggerezza con cui si mangiano delle ciliege (con qualcuna che si incastra in mezzo alla gola, come in un pianto).

Evergreen – Calcutta

Evergreem - Calcutta
La copertina di Evergreen

Evergreen è forse stato il disco che più ha fatto conoscere la musica indie al grande pubblico.

Ultimo disco di Calcutta (finora), che però lo ha consacrato come mostro sacro dell’indie italiano, grazie a dei brani graffianti con quel pizzico di nosense che lo ha reso veramente inimitabile.

Come non dimenticarsi di Paracetamolo e Pesto, che con la “Tachipirina 500 che ne ne prendi due diventa 1000”, oppure sfido chiunque a non aver mai urlato “Ué deficienteeee”.
Di per sé il disco è stato uno dei più ascoltati nel panorama italiano, ma non tanto per la sonorità o il testo, ma soprattutto perché brani come Orgasmo, Kiwi o Hübner erano veramente una ventata di aria fresca che andava a contrastare il pop sempre più diffuso in Italia.

Non manca l’intermezzo strumentale di Dateo, ripreso poi l’anno successivo con Sorriso (Milano Dateo).

Polaroid 2.0 – Carl Brave x Franco126

Polaroid 2.0 di Carl Brave x Franco126
La copertina di Polaroid 2.0

Osannato da tutti come il miglior disco della scena indie italiana (anche se secondo me il migliore è uscito l’anno dopo, ed è di uno dei due artisti qui sopra), Polaroid 2.0 è indubbiamente una pietra miliare che tutti dovrebbero conoscere.

Sempre in due è il brano più ascoltato del disco, ed in assoluto il più ascoltato di questo articolo, ma Polaroid 2.0 offre anche brani del calibro di Solo Guai, Polaroid, Tararì Tararà, Noccioline e Pellaria, tutti che seguono lo stesso filone di genere, aggiungendo sempre qualcosa di nuovo in ogni traccia.

Indubbiamente il sodalizio artistico tra Carl Brave e Franco126 doveva durare mooolto di più. Però le cose sono andate come sono andate, e noi possiamo solo accettarlo.


Senza dubbio il 2018 è stato un anno iconico, ma non è stato l’unico ad averci offerto capolavori, non solo indie.

Se ti è piaciuto questo articolo, faccelo sapere, e noi ne faremo altri di questa serie!
Grazie ancora per la consueta lettura 😀

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