Madame – un ostinato desiderio di raccontarsi

Madame – un ostinato desiderio di raccontarsi
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Madame, nome d’arte di Francesca Calearo, sta ribaltando completamente tutta la scena rap femminile italiana, ingranando la marcia e sorpassando di misura la concorrenza. Ha già sorpreso negli ultimi brani per via della sua giovanissima età e per le sue doti non indifferenti al microfono, oltre alla sua naturale spontaneità tipica di artisti giovani come lei.

È con il suo omonimo e primo disco che Madame ha dato una prova di forza non indifferente, lasciando che il suo stile si possa esprimere appieno all’interno dell’opera.

Qualcosa che parli di me

Con Istinto e Voce, Madame esordisce nel disco parlando in modo molto personale. Se per Voce sono state spese tantissime parole anche da noi, Istinto è invece l’intro perfetta per un disco a tratti estremamente introspettivo ed a tratti autocelebrativo per quanto riguarda la sfera stilistica dell’artista.

Sono due brani concettualmente simili, seppur il genere sia diverso anche per via del taglio “sanremese” di Voce, entrambi vanno ad analizzare qualcosa di Francesca, ossia il suo istinto e la sua voce. No, non è un’interpretazione superficiale la nostra, nè tantomeno sono brani scialbi i suoi.

Dei testi non facilmente interpretabili ed un mood del disco già ben chiaro.
O non è così?

Spaziare tra i generi

Il mio amico, singolo che ha anticipato l’uscita del disco, ha un genere già più influenzato da una wave di sintetizzatori. La base è quasi una dance elettronica alla Daft Punk, ma lo stampo è prettamente pop-rap, anche grazie a Fabri Fibra che con il suo consueto stile va ad imprimere la sua firma sul brano.

Non sai più cosa aspettarti a questo punto, dato che Il mio amico ha dato un brusco cambiamento al mood del disco. Con Bugie i generi spaziano ancora di più. Di certo lo stampo rimane quello pop-rap, data la presenza di tre artisti (Madame, Rkomi e Carl Brave) che non sono identificabili nè nel rap nè nel pop, tantomeno in questo brano. Ognuno riesce ad interpretare il brano nel modo migliore possibile, ma soprattutto Madame non perde il ruolo centrale nella traccia. Mica facile.

Babaganoush ha invece un tocco arabeggiante volendo. I Pinguini Tattici Nucleari sanno sempre influenzare gli artisti con cui collaborano, lo abbiamo visto anche con Ernia poco fa. Ne abbiamo parlato in questo articolo.
Le voci di Madame e Zanotti si intrecciano come nessun’altra nel disco (e non solo). Un mood esotico, un ritmo incalzante ed un’atmosfera ipnotica accompagnano un brano notevole, di certo tra i migliori del disco.

Ritorno al rap

Inserire Guè Pequeno in un disco è sempre un rischio clamoroso, dato che nell’ultimo anno si è reinventato portando dei brani incredibili uno dopo l’altro. Eppure in Dimmi ora, la classe del nostro caro Cosimo Fini è solamente una piacevolissima presenza in un brano dalle diverse sfaccettature, dove riesce ad armonizzarsi alla perfezione alla voce ed il mood di Madame.

Clito intoccabile (anche se la vita ci clicca). Un brano un po’ più irriverente dove Madame gonfia i muscoli e da la dimostrazione di essere una rapper a tutti gli effetti. Chi ha detto che le donne non sanno fare rap dovrebbe ascoltarsi questo brano 🙂

Mood va a ricalcare la tendenza che si sta sviluppando in questo periodo del chill rap, e VillaBanks porta avanti questa idea.
Brano diverso dagli altri, non da tutti ma di certo un’ennesima prova di forza per Madame che riesce a stare benissimo anche in brani di questo tipo. Breve, ma è la lunghezza adatta.

Nuda è un brano in pienissimo stile “Ernia”, dove il rapper milanese saprebbe dare il suo meglio. E non per caso c’è anche lui in questo brano.
Grandissima esecuzione di Madame, che ci porta su un pianeta dal quale Ernia ci strappa con il suo rap incalzante e crudo. Madame ed Ernia hanno avuto un dialogo in un altro disco, anche se non stavano cantando nella stessa canzone. È successo in Obe, di Mace.

Uno sguardo dentro sé stessa

Bamboline boliviane e Mami Papi sono due brani crudi, estremamentre intimi e personali. Il primo parla del rovescio della medaglia del successo. Solitudine, inganni, forse anche tristezza. Un brano con un estremo sentimento di turbamento, quasi come Mami Papi, lettera aperta e personale verso mamma e papà.

Sempre difficile credere a un genio vestito da bambino
Più facile diffidare del proprio intestino
Per non sbagliare e dire è colpa mia
Qua la colpa sarà mia, chiedo già perdono
Preparami una sedia o ti compro una poltrona

Bamboline Boliviane – Madame

Evidentemente l’amore non è pane quotidiano nella vita di una ragazza difficile e diversa dalla massa, e con questo brano Madame, o forse è meglio dire “Francesca”, mostra fragilità e ricerca delle figure familiari che, probabilmente, non sono una certezza per lei.

Amiconi è un altro brano, il terzultimo del disco, che va ad indagare dentro sé stessa ed i suoi affetti. Una storia che parla di amicizie tossiche (ce ne ha già parlato Benedetta Raina a modo suo). Magari una rivincita per la ragazza, una sberla a tutte quelle persone che hanno intralciato la sua vita. E ricevere una sberla con questo flow deve davvero fare tanto tanto male.

Giovani(ssimi) talenti

I brani successivi dimostrano un’ammontare di talento sempre fuori dal comune.

Baby infatti è un assolo di Madame dal tono frenetico e deciso, che a tratti ricorda brani di Salmo o di Anna. In questo brano Madame va ad alternare un ritornello cantato ed una strofa ostinata ed incline al rap.

Genere ripreso in Luna, assieme a Gaia, anche se l’ago della bilancia pende più sul techno-pop, con leggere influenze house alle quali Gaia non è avvezza. Nonostante questo, la giovane vincitrice di Amici è riuscita ad adattarsi allo stile di Madame, andando a miscelarsi come nessun altro artista è riuscito a fare.

Tutti muoiono, con Blanco è un capolavoro. Autentico capolavoro, e lo hanno fatto due artisti che insieme non arrivano a 40 anni.

Un brano irriverente, ma anche introspettivo, dove però Madame sfodera davvero l’asso nella manica, esprimendo appieno il suo stile, esattamente come Blanco. Il giovane artista ha sputato rabbia nella sua strofa e nel secondo ritornello.

I generi variano, il mood varia, le voci variano. Siamo di fronte a due teste calde con uno stile “preferito” contrastante, che però riescono ad incastrarsi perfettamente andando a creare un brano più che notevole.
Un applauso ai produttori che sono riusciti a creare una base in grado di unire i due stili e a Blanco che ci ha impiegato 4 battute per fare l’entrata.

Ostinato desiderio di raccontarsi

Questo è il disco di Madame, un desiderio continuo di raccontarsi e far capire chi davvero è. Vergogna chiude alla perfezione il disco, con un crudo racconto della sua vita sempre più complessa e difficile, che tra queste note è stata raccontata come solo i grandi artisti sanno fare.

Un disco inaspettatamente bello, una grandissima performance di una ragazza che non smette di stupire.

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